di Giulia Dettori
Il 31 luglio 2024 la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il DDL di riforma dell’istruzione tecnico-professionale, introducendo il modello quadriennale seguito da un biennio successivo di specializzazione. A tal proposito, il ministro Valditara ha più volte sottolineato quanto questa riforma avvicini gli studenti delle scuole in questione all’attuale mondo del lavoro, formando le figure professionali richieste dalle aziende italiane e straniere.
Analizzando tale modello scolastico, le novità più rilevanti descritte dal sito del Ministero dell’Istruzione sono molteplici: gli studenti usufruiranno della presenza di esperti esterni che garantiscano competenze tecniche difficilmente reperibili tra i docenti della scuola, riceveranno una didattica potenziata per quanto riguarda le materie STEM, le lingue, i laboratori e il PCTO, e al termine dei sei anni avranno subito accesso ai corsi degli ITS Academy.
Inoltre, i loro istituti potranno riservare quote orarie da destinare ad attività legate al territorio.
Per la completa realizzazione della riforma sono stati necessari due decreti attuativi da emanare in collaborazione con altri ministeri e previa intesa in Conferenza unificata. Le disposizioni per l’attuazione sono entrate in vigore entro il 31 dicembre 2024, come previsto dal PNRR; sarà poi necessario allineare la riforma con il sistema degli ITS Academy.
Certamente è importante sottolineare che un elemento imprescindibile per la buona riuscita di questo nuovo modello risulta essere la rete di istituzioni scolastiche e formative: le reti devono stipulare accordi di partenariato con aziende per co-progettare l’offerta formativa, organizzare percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) e attivare contratti di apprendistato.
Inoltre, particolarmente controverso è il requisito di accesso per il passaggio dal quadriennio al biennio: una certificazione invalsi, non il diploma di scuola superiore che di solito sancisce la fine del percorso per gli studenti degli altri indirizzi.
Al momento attuale hanno aderito alla riforma 171 istituti tecnici e professionali, per un totale di 193 corsi.
Per questi ultimi, entro il 14 gennaio è stato necessario presentare la progettazione di un’offerta formativa integrata nell’ambito tecnologico-professionale, con particolare riguardo per la transizione ecologica e l’internazionalizzazione della didattica.
Tale offerta deve includere percorsi sperimentali, integrati con almeno un percorso per il diploma professionale di IeFP e uno di ITS Academy (in linea, insomma, con le figure professionali previste dal decreto ministeriale n. 203/2023).
Come per tutte le riforme scolastiche, anche in questo caso solo il tempo saprà dirci se, grazie a questo nuovo modello, il futuro degli studenti degli istituti tecnici e professionali, spesso desiderosi di entrare subito nel mondo del lavoro, sarà più semplice di quello attuale: l’unica cosa certa è che al momento la riforma costituisce una notevole sfida per tutte le figure professionali coinvolte nella gestione di questi istituti, alle quali è richiesta una pianificazione delle attività didattiche complessa e competitiva.